I nostri vecchi falegnami li definivano così: scuri alla triestina....e noi manteniamo questa definizione tradizionale. Si tratta di un sistema oscurante per le finestre, formato da un telaio principale con delle "scurette" orientabili per far passare o meno la luce del giorno. Spesso l'anta presentava anche un telaio più piccolo, sempre con "scurette orientabili, che poteva essere aperto a vasistas verso l'esterno e veniva chiamato "sburto".
Tavole di larice al grezzo. Questa è la materia prima per realizzare scuri e serramenti in genere.
La scelta del materiale è molto importante. La venatura deve essere dritta e più regolare possibile per evitare torsioni ed imbarcamenti che possono compromettere il funzionamento di un buon serramento. Nelle foto qui sopra potete osservare il larice dopo che lo abbiamo piallato e squadrato, pronto per l'assemblaggio dei telai.
Gli scuri cominciano a prendere forma. Ecco i telai pronti e le scurette con i loro perni.
Ecco gli scuri con la ferramenta montata e completamente verniciati. Il colore, voluto dal cliente, riproduce la tinta originale dei vecchi serramenti presenti nell'edificio d'epoca dove gli scuri andranno posati.
Il lavoro finito.
Nella sequenza di queste tre foto, si nota la versatilità dello scuro alla "triestina". L'apertura degli "sburti" e la regolazione delle "scurette", permette di dosare a piacimento la luce del giorno all'interno degli ambienti.